Il suolo: un bene comune

Il suolo: un bene comune

 “Il suolo è un bene comune che stiamo distruggendo, rinunciando per sempre a produrre bellezza, cultura e cibo, cioè la nostra ricchezza che continuiamo a sperperare senza ritegno!” così affermava nei giorni scorsi Carlo Petrin fondatore di Slow -Food.

L’allarme è vivo e presente da anni in Svizzera e naturalmente anche in Ticino dove l’aggressività della cementificazione è particolarmente evidente. Appare ormai inutile ripetere i dati relativi alla perdita di terreno agricolo a favore dell’edificazione; fanno impressione, ma non sono sufficienti a smuovere le autorità federali e ancor meno quelle cantonali ben più reticenti.

Tocca allora ai cittadini lanciare continui segni di allarme, raccogliere firme, cercare di farsi sentire. L’ultimo atto è quello promosso dalla Società agricola del Mendrisiotto, dall’Unione Contadini Ticinesi e dai Cittadini per il territorio che hanno presentato al Consiglio di stato una petizione con 6850 firme per salvare l’importante zona di Valera posta sul territorio di Mendrisio e di Ligornetto.

Il Cantone sonnecchia in una pigrizia letale pur avendo strumenti pronti da mettere in campo in modo dare segnali importanti. Da mesi è infatti sul tavolo del Consiglio di Stato una proposta di legge relativa alla “Compensazione di vantaggi e svantaggi derivanti dalla pianificazione del territorio (plus valore)”. Alcuni cantoni hanno da tempo leggi analoghe ed anche la Confederazione ha recentemente legiferato in merito. Sembra evidente che chi beneficia d’una rivalutazione del valore dei terreni, a seguito di atti pianificatori ,debba versare dei contributi proprio perché il suolo è un bene comune. Basti pensare all’effetto della nuova galleria del Vedeggio, non sul traffico, ma sul valore dei terreni di Cornaredo (chi ne ha beneficiato? quanto hanno pagato?).

Questa legge riveste dunque un carattere d’urgenza di fronte all’esplosione dell’edificazione, ma soprattutto di fronte ad un fatto rilevante ma poco citato e poco discusso.

La nuova politica agricola federale, per il periodo 2014-2017, intende sopprimere i pagamenti diretti per chi coltiva terreni in zona edificabile. Con questa proposta la Confederazione vuole sollecitare i Cantoni e i comuni a ridare all’agricoltura queste zone. In Ticino sono moltissimi gli agricoltori in questa situazione e la questione appare oltremodo rilevante.

La legge sulla compensazione dei vantaggi potrebbe alimentare un fondo che serva a recuperare quelle aree coltivate, che spesso non sono ancora urbanizzate e quindi, pur edificabili, non hanno un valore eccessivo.

Come mai il Cantone non apre un tavolo di discussione con i comuni, ma anche con la Confederazione su un tema di così grande rilevanza? Come mai non da un segnale forte in campo pianificatorio quando ne avrebbe l’occasione?

Proprio in questi giorni in Italia, il ministro delle Politiche agricole e forestali: Mario Catania ha convocato una conferenza dal titolo “Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione” dove verrà presentata una proposta di legge assai incisiva sul tema.

Quando sentiremo gli Onorevoli Borradori e Sadis parlare con tale chiarezza? Continueranno a proporre studi sulla crisi del turismo quando tutti sappiamo che distruggendo il suolo, distruggiamo il bello, la cultura e il cibo.

Mario Ferrari

Membro comitato Slow Food Ticino